giovedì 25 aprile 2013

I sogni son desideri...


Tutti sogniamo. Da sempre. Che lo vogliamo o no.
Di recente si è scoperto che iniziamo a sognare ancora prima di affacciarci sul mondo. Infatti, nel grembo materno, un bambino di poco più di 23 settimane è già in grado di rielaborare le sensazioni percepite, presentando dei fenomeni comportamentali molto simili a quelli degli adulti.
Nascendo, il sogno non ci abbandona, ma anzi si trasforma in un momento sempre più complesso, in cui il cervello riorganizza quanto ha registrato durante la fase di veglia, analizza immagini, ricordi ed emozioni e, infine, come un grande regista al lavoro, crea delle storie che talvolta hanno dell’incredibile.
Tuttavia, i sogni migliori restano sempre quelli fatti a occhi aperti.
Idee, obiettivi, progetti, ambizioni, desideri: solitamente più sono folli e più li amiamo perché rappresentano l’io più intimo, la parte più vera della nostra persona che spesso decidiamo di non mostrare agli altri.
Ma in una società materialista e pragmatica come la nostra, che senso ha sognare ancora? Non è insolito che i sognatori siano considerati i pazzi di turno che non andranno mai da nessuna parte nella vita.
I sogni non trovano posto nelle priorità del mondo d’oggi.
Non faranno abbassare lo spread, non ci aiuteranno ad arrivare alla fine del mese, non ci daranno un governo stabile, non ci procureranno una macchina di lusso affinché possiamo suscitare invidia e ammirazione, nonostante la crisi stia facendo affondare tutto il resto. Ormai nessuno crede più nel detto “i soldi non fanno la felicità”, ma non mi stupirei se molti fossero d’accordo sul fatto che, invece, sono i sogni a non renderci felici.
Eppure la storia ci insegna che le grandi scoperte e invenzioni derivano propri da grandi sogni.
Quando Cristoforo Colombo partì alla volta di quelle terre che credeva essere le Indie, aveva solo tre caravelle e una teoria tutta da dimostrare e che per il tempo era considerata folle oltre ogni dire. Pochi credevano nel navigatore genovese e solo quando riuscì a trovare dei personaggi pazzi quanto lui o forse anche di più, i re di Spagna, ebbe la possibilità d’intraprendere il suo viaggio.
La conclusione gloriosa della spedizione è nota a tutti.
Similmente, per citare uno dei tanti esempi, quando i fratelli Wright, inventori del primo aeroplano, riuscirono a far volare una macchina motorizzata più pesante dell'aria con un pilota a bordo nel 1903, furono naturalmente considerati dei geni dell’aeronautica e dell’ingegneria. Ma dietro queste due menti brillanti, ci deve esser stato molto di più. Prima di ogni cosa, devono essere stati due bambini che amavano scrutare il cielo, guardare le nuvole e cercare di riconoscere in esse le forme di cose esistenti nella realtà. Poi, gradualmente, avranno maturato dentro di loro il desiderio di avvicinarsi sempre di più alla volta celeste, fino a riuscirci davvero.
Si potrebbe continuare per ore con casi simili, ma quello che conta è capire che i sogni non sono un bagaglio ingombrante e inutile da buttare via.
Essi sono la nostra più grande ricchezza, il carburante che ci permette di continuare ad andare avanti lungo il duro cammino della vita, l’unica ragione che dà significato alla fatica e al sacrificio.
Dunque non spezzate le ali ai sognatori! Non siate distruttori di speranze ma promotori di possibilità. Dentro ognuno di noi si trova un Cristoforo Colombo pronto a cambiare il mondo con le sue idee, ma se nessuno gli darà mai una caravella, sarà sempre e solo considerato un visionario, un illuso.
Non fatevi rubare i sogni, difendeteli come la vostra stessa vita, con le unghie e con i denti se è necessario, perché rappresentano un pezzo della vostra anima.
Infine lasciateli custodire al Cielo perché, come diceva Cenerentola, “i sogni son desideri” e il desiderio, dal latino “de sidera” che vuol dire “dalle stelle”, significa che si tratta di un dono dall’alto.
E forse, chi lo sa, saranno proprio i sogni, cosparsi di una luminosa polvere di stelle, a salvarci dal buio e dall’oscurità di questo mondo.